Recensione Album: "Badlands" di Halsey

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Quest'anno, oltre il ritorno di grandi personaggi come Adele, Justin Bieber, i Muse e tanti altri, ci sono state molte scoperte nell'ambito musicale. Tra i nuovi artisti spicca sicuramente una ragazza nata nel New Jersey il 29 settembre 1994, chiamata Ashley Nicolette Frangipane e conosciuta dalle masse come Halsey.


Dopo il suo EP "Room 93", l'artista pubblica il suo album di debutto il 28 agosto tramite la Astralwerks e Capitol Records, ricevendo critiche positive. Grazie a questo progetto, Halsey riesce a debuttare alla posizione numero due della classifica Billboard 200 con un bottino di ben 97 mila copie nella prima settimana.
Fino ad ora il progetto è stato sostenuto dal singolo di debutto "Ghost" e il suo più grande successo "New Americana".
Il nome di questo album deriva dalle emozioni provate da Halsey dutante la scrittura dei testi, usando così il titolo "Badlands" come una metafora che indica una mente desolata e solitaria. Il concept è centrato su una falsa società distopica. Halsey immagina le "terre maligne" come "una metropoli circondata dal deserto che costringe le persone a rimanervi intrappolate".
Iniziamo il viaggio alla scoperta di "Badlands" con il trailer pubblicato dalla stessa artista sul suo canale Vevo:



Dopo questa breve anteprima e introduzione possiamo ora iniziare la nostra recensione track by track.

Castle
Questo progetto si apre con una traccia fondamentalmente di genere trip-hop. Halsey ci propone un'atmosfera cupa e a tratti inquietante che rispecchia appieno il concept dell'album. Grazie a "Castle", l'artista ci fa avere le idee più chiare su cosa sia una società distopica, riuscendo a mettere in risalto il suo carattere. Infatti, come viene detto nel testo, lei vuole opporsi da un "vecchio re" che gli consiglia di avere la bocca chiusa e di non essere cattiva. La produzione del pezzo è stata affidata al rapper e produttore Lido. Questo è sicuramente un ottimo pezzo apripista dove possiamo apprezzare il talento di Halsey.



Hold Me Down
Con la traccia numero due Halsey ripropone lo stesso genere della precedente, ma solamente nel chorus. Infatti la produzione presente nei versi è più tendente al pop con elementi elettronici. In "Hold Me Down" l'artista cerca di combattere contro i suoi "demoni", che molto probabilmente rappresentano le sue cattive abitudini. Oltre ad essere autobiografico, questo è un pezzo dove molti si possono relazionere. Una buona album filler.



New Americana
"New Americana" è il secondo singolo estratto da questo album. Il brano rispecchia gli adolescenti che hanno un modo di vita molto alternativo. Infatti Halsey approfondisce il nostro il viaggio in "Badlands". L'artista immagina una popolazione che si ribella al dominio dei più ricchi, parlando così di uno dei temi più fequenti della nuova generazione. Estrarlo come singolo è stata sicuramente un'ottima scelta in quanto il pezzo è abbastanza radiofonico e catchy al punto giusto.



Drive
Annunciato come prossimo singolo, "Drive" ha come genere prevalente alternative pop con elementi elettronici. Alla produzione troviamo Anderson, Aron Forbes, Chris Spilfogel e Peder Losnegård che hanno aiutato a creare la versione finale. In quest'ultima troviamo alcuni tratti caratteristici, ovvero il suono dei sensori delle automobili ad inizio brano, il rumore provocato dallo slittamento delle gomme sul terreno e una voce maschile, che molto probabilmente appartiene ad uno dei produttori. Scelta sbagliata per un singolo, rimane una buona album track.



Hurricane
Singolo estratto dal suo Ep "Room 93", "Hurricane", è un ottimo pezzo di genere synthpop. Il testo, scritto dalla stessa artista insieme a Tim Anderson, è un inno ad essere liberi e fare ciò che si vuole. Anche Halsey in questo brano autobiografico racconta il suo essere vagabonda ed il piacere che prova nel bere e fare sesso occasionale. La produzione, anche essa affidata ad Anderson con la collaborazione di Aron Forbes, Chris Spilfogel e Peder Losnegård, è molto accattivante e mette in risalto la voce. Nel complesso è un ottimo brano, anche se non aveva il potenziale per essere singolo.



Roman Holiday
Con la traccia numero sei, incontriamo la canzone più allegra dell'album. Qui troviamo un Halsey che pensa solo al presente sentendosi bene e soprattutto ottimista. Questo ci fa però dimenticare il vero significato di una "vacanza romana", ovvero un'occasione in cui il godimento viene dalla sofferenza altrui. "Roman Holiday" è forse la traccia più pop che troviamo in "Badlands" ed è stata scritta dalla stessa artista insieme a Benjamin Berger & Ryan McMahon. Inoltre anche la produzione è davvero ottima ed è firmata Captain Cuts.



Ghost
In questo nuovo pezzo, Halsey torna ad usare influenze trip-hop mescolandole con il synthpop, accompagnate da un cantato moloto simile al parlato. Il modo di impostazione vocale dei versi ricorda lo stile utilizzato più volte dall'artista inglese Ellie Goulding. "Ghost" è il singolo di debutto dell'artista e, come tutti gli altri, è stato scritto da lei ma questa volta troviamo anche il nome di Dylan Scott (che ne è anche produttore). Il testo parla dell'artista che lotta con tutta se stessa per trovare l'amore, per impegnarsi così in una relazione seria. Sicuramente una delle tracce che ho preferito di più e, forse con della promozione a carico, avrebbe potuto fare qualcosa.



Colors
Con "Colors", come già preannunciato dal titolo, Halsey iniza a giocare con i colori dando vita al testo più geniale di tutto "Badlands". Quest'ultimi vengono utilizzati per interpretare persone e colori. Tutto può essere spiegato attraverso questi versi: "Eri rosso e ti sono piaciuta perchè ero blu, mi hai toccato ed improvvisamente sono diventata un lilla, ma poi hai deciso che il viola non era per te". Alla produzione troviamo nuovamente Peder Losnegård con un nuovo collaboratore, ovvero Dylan William, creando uno dei pezzi più catchy dell'album. Nel complesso questo è uno dei pezzi migliori che possiamo trovare nell'album, e non escluderei una promozione a singolo ufficiale.



Colors Pt.2
Esclusivamente nella Deluxe Edition, troviamo una traccia intitolata "Colors Pt.2". Essa è stata inserita semplicemente per poter far apprezzare appieno la base di "Colors" ed il risultato è davvero eclatante. Grazie alla durata di 1,43 minuti, possiamo affermare che questa instrumental può essere paragonata ad un interlude. Ottima per aumentare i consensi verso la traccia precedente.



Strange Love
Restando sempre nel concept del suo progetto di debutto, Halsey riesce ad esprimere anche il suo parere contro il Gossip e i Media. Racconta la storia avvenuta con un ragazzo dicendo: " Abbiamo scritto una storia sulla nebbia della finestre quella notte, ma il finale è lo stesso ogni dannata volta", e si rivolge ai social Media con varie esclamazioni, ma la più esplicita è quando afferma che lei non deve dire nulla a nessuno. La base, prodotta da Tim Larcombe, Losnegård e Yung Gud,è di genere pop con delle influenze synth. Questa è un'altra delle tracce più catchy dell'album, che purtroppo è disponibile solo nella deluxe. Ottima traccia che, per via della qualità delle altre, non si può affermare che doveva essere inserita nella standard.



Coming Down
Arriviamo alla traccia numero 11 della deluxe edition, ma corrispondente alla 7 nella standard. "Coming Down" è una traccia che non brilla se messa a confronto con altre, ma dopo un paio di ascolti diventa molto più apprezzabile. Il pezzo è scritto, come tutte le altre tracce, dalla stessa Halsey insieme a Justyn Pilbrow. Le interpretazioni per questo brano sono molteplici, ma la sicurezza è che in esso sono contenuti vari argomenti come la religione. Anche qui il genere prevalente è il synthpop con tracce di elettronica. Inoltre la voce robotica iniziale danno quel tocco in più che rende il brano facimente riconoscibile. Ottima album track.



Haunting
Arriviamo in uno dei punti più alti dell'album grazie alla particolarissima "Haunting". È caratterizzata da una base prepotente e la voce di Halsey viene valorizzata da quest'ultima. Questa volta alla produzione troviamo Hugall, Heavy Mellow e, ancora una volta, Peder Losnegård. Qui Halsey ci trasmette tutti i suoi pensieri, infatti cerca di dimenticare un amore passato, ma allo stesso tempo gli chiede di continuare a perseguitarla. Nel complesso è uno dei pezzi migliori dell'album.



Gasoline
Proseguiamo con un'altra traccia che merita molto, e una delle mie preferite. In "Gasoline", l'artista affronta la sua bipolarità e parla di un argomento in cui molti di noi potremmo ritrovarci, ovvero il non sentirsi adatto. La produzione, affidata esclusivamente a Peder Losnegård, è una delle più particolari e inizia con un ritmo abbastanza placido e riconducibile a qualli tradizionali orientali, per poi esplodere nel chorus, creando qualcosa di davvero sensazionale e riconoscibile. Pezzo davvero ben strutturato e con le potenzialità di un singolo ufficiale.



Control
Con "Control" la qualità non si perde. Infatti quest'ultima può essere accostata facilmente alle due precedenti, creando il trio dei brani migliori dell'album (ma solo sotto alcuni aspetti, in quanto la qualità dell'intero progetto è davvero elevata).
Qui si torna ad affrontare il tema dei "demoni interiori". A volte siamo così immersi e coinvolti dai nostri pensieria a tal punto da spaventarci e dimenticarci che siamo in grado di prendere il controllo e cambiare noi stessi. Inoltre l'atmosfera misteriosa rende il tutto più amplificato, mettendo così la famosa "ciliegina sulla torta". Ottimo brano, che come il resto delle bonus track non meritava di essere nella deluxe.





Young God
Come già affermato dalla stessa Halsey, con "Young God" torniamo nell'età adolescenziale dell'artista. Con questo brano la cantautrice racconta il suo desiderio di perdere la verginità con il suo amore di un tempo. Questa canzone però ha anche un altro scopo, ovvero parlare di una condizione umana che spesso viene accostata all'età adolescenziale, il sentirsi "invincibile". Tutto questo significato è racchiuso in modo astuto nel titolo del pezzo. Con un sound synthpop e i sussurri iniziali, possiamo affermare che questo brano è molto riconoscibile.





I Walk The Line
Halsey decide di chiudere in bellezza con  "I Walk The Line", una ballata con un significato intenso.
L'artista lascia spazio ad un'atmosfera dominata dal piano che si adatta perfettamente al tema. Si tratta di una cover e il testo è stato scritto appunto dal cantante del brano originale Johnny Cash. È molto romantico e palesemente rivolto ad un amante. Nello specifico si parla di fede e di trovare la persona giusta, ma più in generale, nonostante non sia stato scritto da Halsey, anche questo brano racconta le sue esperienze di vita. Ottimo brano per chiudere questo viaggio alla scoperta di questo progetto.





In conlusione posso affermare che "Badlands" sia stato uno delle rivelazione del 2015 che ha permesso ad Halsey di avere della notorietà. Il progetto è davvero ben strutturato e ben riuscito con dei sound accattivanti e freschi, che rendono il tutto spettacolare. In questo ultimo periodo, l'artista sta cercando di costruirsi una carriera solida con dei risultati concreti. Infatti, nonostante non sia molto nota, troviamo il suo nome in uno degli album più attesi dell'anno, ovvero "Purpose" di Justin Bieber, realizzando insieme a quest'ultimo una delle tracce più apprezzate di quel progetto. In attesa di nuovi sviluppi sulla carriera di Halsey e soprattutto di nuovo materiale. Cosa ne pensate di "Badlands"?

Valutazione concordata dallo Staff di BOOKLET:

81/100

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